Per
alcuni anni gli obblighi della cappellania furono rispettati, anche
perché era viva la memoria del papa Innocenzo IX ed esisteva
qualche contatto con i suoi stretti parenti, definitivamente
trasferitisi a Bologna. Ma con il passare degli anni, affievolitasi
la memoria del fondatore, mancò talvolta da parte dei patroni e dei
cappellano la necessaria cura nella manutenzione dell’oratorio. Il
Bascapè negli atti di visita pastorale del 1596 si lamenta dell’incuria
in cui l’oratorio è lasciato e lo sospende fino a che non sia
riparato (3).
Oratorio di Santa Croce: Sant'Antonio abate ed
Antonio Nocetti, padre del Papa Innocenzo IX e fondatore
dell'oratorio
Il
successore vescovo cardinale Taverna nella visita pastorale del 1616
sollecita la ripresa delle celebrazioni infrasettimanali, previo
restauro: «L’oratorio di Santa Croce fabbricato dall’honorata
memoria di Antonio Facchinetti padre del Sommo Pontefice Innocenzo
IX merita di essere ristorato in modo che si possi cellebrare una
messa la settimana per ordinazione fatta da lui l’anno 1539 d’un
reddito di lire 21 l’anno per l’elemosina del sacerdote
celebrante, e perciò si esorta questo popolo ed il curato fra gli
altri che pròfessa congiuntione di sangue con quella casa del
Pontefice a pigliar cura ed a provvederci di quanto conviene» (4).
La raccomandazione del cardinal Taverna fu recepita dal parroco e
dal popolo di Cravegna e si rinnovarono le celebrazioni
nell’oratorio di S. Croce.
Recentemente
(1977) per encomiabile interessamento della comunità di Cravegna
l’oratorio di S. Croce fu radicalmente restaurato e ridotto a
forma tale da consentire la ripresa delle funzioni. Intonacato
dentro e fuori, provvisto di una soffittatura in legno, vede anche
rinnovato l’altare con il recupero, mediante strappo, delle
antiche pitture. Merita a tal proposito ricordare che questo
oratorio ha un bel quadro ad olio su tela che rappresenta Cristo
crocefisso fra la Madonna, S. Giovanni evangelista e la Maddalena ai
piedi, di cui non si conosce l’autore e di fattura ottocentesca
(forse di un discepolo di Lorenzo Peretti). Delle antiche pitture
occorre ricordare come anch’esse ripetano la devozione del
fondatore Antonio Nocetti. Vi troviamo infatti da un lato S.
Francesco, S. Petronio riconoscibile perchè regge in mano un
modello della città di Bologna e dall’altro S. Antonio abate ed
un divoto offerente con una scritta in gran parte illeggibile; ma è
sufficiente la parola “Antonio” per riconoscervi il padre di
Innocenzo IX emigrato a Bologna e fondatore della cappellania.
L’affresco fu staccato e restaurato da Renzo Ponzetti nel 1977.
Oratorio di Santa Croce: il quadro del Crocefisso
sopra l'altare
Questo
oratorio ha sulla facciata oltre la porta e le due finestre
devozionali anche una finestra rotonda strombata ed un’altra dalla
parte absidale a forma di croce che ci parla dell’antichità della
prima costruzione, ed un campaniletto sullo spigolo della facciata
con campanella.
Note:
-
Archivio
notarile di Pallanza: Atti del notaio
Lorenzo Campieno.
-
Archivio
diocesiano di Novara; Teche: Cravegna, dove
c'e un fascicolo relativo a questa lite.
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Archivio
diocesano di Novara; Atti di visita
pastorale del 7 ottobre 1596.
-
Ibidem:
Atti di Visita del 1616.
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