Non
sappiamo in quale esatta circostanza, ma probabilmente in
occasione di qualche pestilenza, forse per il voto di alcuni
cravegnesi liberati dal morbo, sorse una edicola o cappella
dedicata appunto alla Madonna della Neve. Le pestilenze che
potrebbero aver dato origine a questa cappella furono quella del
1564 che comparve inizialmente a Baceno, quella del 1612 che ebbe
le sue prime vittime ad Uresso di Baceno e soprattutto quella
degli anni 1629-1630 che fece maggior numero di vittime in tutta
l’Ossola.
Nel
1649 un gruppo di devoti cravegnesi volle trasformare la piccola
cappella della Madonna della Neve in un oratorio abbastanza vasto
per potervi celebrare la S.Messa e compiervi altre funzioni. A
tale scopo, in accordo con il proprio parroco, ne chiesero
l’autorizzazione al vescovo, proponendosi anche, con la debita
licenza, di Offrire gratuitamente il lavoro nei giorni festivi,
“fuori del tempo dei divini officii”, per il trasporto dei
materiali e l’effettiva costruzione. I cravegnesi con rescritto
del 31 agosto 1649 ottennero risposta favorevole ed il 20 luglio
1650 il vicario generale della diocesi ne approvò il disegno che
era stato proposto dal sacerdote don Pietro Paolo Roabbio di
Baceno, vicario foraneo della valle Antigorio ed animatore di
molte iniziative religiose e civili (1).
I
lavori per la costruzione incominciarono subito. Il 9 ottobre 1650
lo scavo delle fondamenta è già terminato ed i materiali al
piede della fabbrica: si procede quindi alla posa della prima
pietra. Il parroco di Cravegna, don Giambattista Februario, in un
vasto concorso di popolo non solo di Cravegna e Viceno, ma anche
di Baceno e Crodo, procede alla benedizione della prima pietra e
poi di altre che vengono, secondo l’uso del tempo, concesse per
la posa ai maggiori offerenti, in una gara di generosità che
merita di essere ricordata. Il maggiore oblatore fu Giovanni
Savoia che offrì 150 lire ed ebbe l’onore di porre la
prima pietra, segnata con una croce; poi Giovanni Guglielmini con
l’offerta di 125 lire e Antonio de Magistris con
l’oblazione di 75 lire, tutti di Cravegna. In quella
occasione furono fatte anche altre cospicue offerte, fra le quali
ricordo quella del sacerdote don Giacomo Beltrami che donò un
pezzo di prato adiacente all’oratorio per dare al medesimo
maggiore accesso e comodità ed in più alcune sacre
suppellettili, fra cui una pianeta, una coppia di angeli torciferi
in legno dipinto e dorato (2).
Sull’onda
di questa generosa iniziativa fu facile giungere alla fine della
costruzione. Infatti il 17 maggio 1653 venne fatta la
richiesta al vescovo di poter finalmente benedire l’oratorio ormai
ultimato. L’incarico fu affidato al vicario foraneo don Pietro
Paolo Roabbio, il quale procedette alla solennità del rito il
giorno 3 settembre di quello stesso 1653 con il solito
concorso di popolo da tutta la Valle Antigorio (3).
Questo
oratorio, oltre la festa del giorno 5 agosto della Madonna
della Neve, fu centro di iniziative devozionali fino alla metà del
secolo scorso. I beni dell’oratorio ed i capitali che ne
costituirono la dote furono spesso utilizzati per piccoli prestiti a
bassissimo interesse che andarono ad aiutare i valligiani poveri, ma
laboriosi, in difficoltà finanziarie.
Quando
i beni di questo e di altri oratori furono incamerati e dispersi
cessò questo beneficio assieme alla disponibilità di fondi per
mantenere l’efficienza del sacro edificio. A questa mancanza di
fondi necessari per la manutenzione si aggiunsero in questi ultimi
anni i sacrileghi e ripetuti furti di arredi sacri perpetrati da
razziatori di materiali per il mercato dell’antiquariato. Quindi
ai giorni nostri l’oratorio si trova spoglio e bisognoso di
restauri.
L’oratorio
della Madonna della Neve di Selve ha un corpo rettangolare da cui
aggetta un presbiterio pure rettangolare in buona muratura.
L’elegante facciata presenta un portico tetrastilo con colonne di
sarizzo locale, da cui si accede mediante la porta principale
all’interno dell’oratorio. Due finestre devozionali permettono
di vedere all’interno anche quando è chiuso. In alto, sopra il
portico, si apre una finestra semicircolare. Il presbiterio ha una
volta a piccole ed eleganti velette, mentre il corpo dell’oratorio
è coperto da volte a crociera. Il tetto è coperto di piode e sulla
facciata si eleva un minuscolo campanile con una campanella. Due
altre finestre per lato danno luce all’interno. Una piccola
sacrestia aggetta verso settentrione.
Oratorio della Madonna della Neve: affresco
sopra l'altare
All’interno
notiamo l’alzata dell’altare in stucco che fa da cornice alla
immagine della Madonna della Neve con il Bambino in braccio fra i
santi Rocco e Sebastiano. L’antico affresco è scomparso. Fu
completamente rifatto dal pittore Paolo Raineri di Cannobio nel
1854, il quale vi appose la firma e la data.
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Documenti
in Archivio parrocchiale di Cravegna.
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Documento
in Archivio di Oscellana.
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Documento
in Archivio parrocchiale di Cravegna.
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