Era
molto piccolo, fatto a volta ed aperto. Aveva anche un altarino, ma
inadatto alla celebrazione della Messa secondo le norme del Concilio
di Trento. Negli Ordini di Visita pastorale del 1582 si chiede la
demolizione dell’altare ed in quelli fatti dal Bascapè nel 1593
si proibisce ogni celebrazione (1). L’Inventano del 1617 conferma
che «da moltissimi anni non si è celebrata messa», sebbene abbia
un sindaco o fabbriciere, dei capitali e degli obblighi di messe da
far celebrare (2).
Si
accenna a questo oratorio ancora negli Ordini di Visita del 18
giugno 1641 e poi per molti anni non se ne parla più. Evidentemente
stava andando lentamente in rovina come tante cappelle che non sono
curate sUfficientemente.
Sorto
in seguito a qualche voto in occasione delle frequenti epidemie di
cui non mancano le testimonianze in tutta l’Ossola, il piccolo
oratorio, ridotto ad un mucchio di macerie fu completamente rifatto
in stile barocco verso la metà del secolo XVIII. Fu nuovamente
affrescato con la raffigurazione di una Madonna Immacolata sul
fondo, ai piedi della quale appare la sigla B.B.FF.F.P.S.D. L’1752
(B.B.
fecero
fare per sua devozione l’anno 1752). Aveva probabilmente anche
altre raffigurazioni di Santi che sono andate perdute quando fu
restaurato e adibito a sacello per accogliere il monumento ai
caduti, inaugurato nel 1922.
Note:
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Documenti
in Archivio parrocchiale di Cravegna e in Archivio
diocesano di Novara: Atti di visita pastorale T. 6 lT. 201-205,
T. 18ff. 89-91.
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Archivio
diocesano di Novara: Teche: Cravegna, Inventari.
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