Il
pittore Giuseppe Mattia Borgnis è l’autore del “disegno architettonico
eseguito
nel 1726, del Santuario della Madonna della Guardia sul colle di Salera in
Cravegna e delle sedici cappelle che vi conducono. Nelle cappelle illustrò
i misteri del Santo Rosario così distribuendoli: l’immacolata, di
ispirazione Murilliana, ricca di venustà e di grazia, con le braccia
aperte e gli occhi rivolti al cielo in dolce atto di amore; sulla voltina
sorridono dodici putti. L’Annunciazione ove la Vergine, vestita di rosa
con manto azzurro, ginocchi e mani giunte, si inchina dolcemente verso
l’Angelo che sta in atto di piegare un ginocchio; dall’alto una colomba,
dipinta sotto l’Eterno Padre e un nugolo di Angeli, manda un raggio sulla
Vergine Santa.
La
Visitazione in cui Elisabetta, molto in là negli anni, di colore bruno,
stende le braccia verso la Madonna, che abbassa verecondo mente le ciglia,
ed ambedue rivelano la gioia dell’incontro e della duplice misteriosa
maternità; ai lati 5. Giuseppe e Zaccaria assistono visibilmente
compiaciuti. La Natività ove la Madonna, seduta, ha disteso sulla paglia un
candido pannolino per coprire il Neonato; ma indulgendo alla devozione dei
pastori accorsi, ne alza con la destra un lembo, e subitamente dal Pargolo
si sprigiona chiarissima luce, che illumina gli asta nti, i quali col
sorriso esprimono la gioia che riempie l’anima loro.
La
Presentazione al Tempio, nel cui centro Simeone, atteggiato a dignità
veneranda, esprime la gioia di aver tra le braccia il Bambino che, quasi gli
dispiaccia di essere diviso dalla Madre, si volge graziosa mente a Lei:
sullo sfondo stanno 5. Giuseppe e due figure di sacerdoti. La calma sovrana
dei gesti e l’opulenta armonia dei panneggi, concorrono ad aumentare il
senso patriarcale e lievemente estatico della scena. Della Disputa che,
quando la vedemmo per la prima volta molti anni fa, era indubbiamente, il
più imponente e movimentato di questi dipinti, non rimangono del Borgnis
che gli Angeli del Catino e degli intradossi, perché l’affresco .fu
rifatto ex novo nella parte inferiore da Francesco Agnesotti nel 1943 per
interessamento di F. Uttinì, ma con figure uniformi ed estatiche e a
colori chimici irresistenti. Cosi dobbiamo dire della Agonia di Gesù,
rifatta in tela nel 1930 da Agostino Beltrami, ricopiando il Morgari. Nella
Flagellazione Gesù, legato ad una colonna, alza lievemente gli occhi al
cielo; mentre due manigoldi, robusti, rossi, color sangue, cupi in viso e
nelle membra seminude, lo verberano furiosamente, ed un terzo di fronte
aggiunge scherno alla violenza degli altri. L’Incoronazione di spine è di
una bellezza di colore singolare: Il Salvatore, seduto e con in mano una
canna, sembra guardare pietosamente i manigoldi intenti ad intrecciargli
la corona intorno al capo, sofferente più per l’affronto per quel
misfatto, che per il proprio dolore. La Caduta è presentata in un paesaggio
montuoso, ove si vede Gesù che inciampo e cade sotto il peso della Croce:
tiene a terra le ginocchia e, alquanto incurvato, si appoggia con la destra
ad una pietra, e con la sinistra, sostiene la croce, volgendo
contemporaneamente il capo alla afflittissima Madre, che inginocchiato
d’innanzi a Lui, lo guarda lacrimosa e gli stende le braccia. Il Ci reneo,
dietro Gesù, si sforza di sostenere la croce, mentre alcuni soldati
sembrano
interrogare il Centurione a Cavallo, ed egli comanda di proseguire. Il
Crocifisso, rischiarato dalla Luce intermittente del sole che si oscura,
rendendo più cupe e sinistre le ombre, drammapzza la tragicità e lo
squallore della scena, che il Borgnis ha cercato di attenuare, in senso un
po’ anacronistico, con alcuni angeli dipinti sulle pareti opposte. Nella
Resurrezione il Redentore in alto, esilissimo, bianco vestito, sostiene
con la sinistra la Croce e con la destra la palma, è intorno a Lui si
diffonde una luce candidissima che abbaglia i due soldati, che custodivano
il Sepolcro. Nell’Ascensione si vedono nel centro le trè Marie e
d’appresso gli Apostoli che, parte inginocchiati e con le mani alzate,
guardano in alto, meravigliati e sorridenti, ed uno di loro sub
schermo alla luce con la
mano, quasi non possa sostenere lo splendore di Gesù, che appare circon
fuso di Luce e col Vessillo della redenzione. La Pentecoste è quanto mai
suggestiva e ricca di pensiero; la Vergine è maestosamente seduta in
mezzo a braccia incrociate, e intorno a Lei gli Apostoli, inondati dai
raggi luminosi che una colomba espande dall’alto, o disputano trù loro o
si affacciano all’esterno per arringare la falla cosmopolita, e
variopinta. Nell’Assunzione la Vergine con le braccia sollevate in alto ed
il manto che mosso dal vento, sembra portata via da quattro angioloni; sullo
sfondo sorride un ampio paesaggio dalle linee ondulate e dagli esili
alberelli. L ‘Incoronazione è .fatta a semicerchio nel quale in alto, su
fondo bianco ed aperto, il Padre ed il Figlio cingono di serio regale la
Vergine, che incrocia le braccia umile in tanta gloria. Sui lati di ogni
cappella, che .fùrono costruite a spese di varie Jàmiglie di Cravegna e di
Viceno, il Borgnis ha dipinto gli Apostoli, gli Evangelisti, e i Principali
Santi della Chiesa. Tutti questi dipinti vennero pagati da un Cravegnese
residente a Ferrara in lire duemila, come risulta da una nota d’archivio.
Il
guaio si è che predette cappelle sono ora in parte deteriorate e
guaste, non tanto dagli agenti atmosferici, quanto dai vandalismi di
giovani pastori, ed operai, che insujllati, dalle nuove auree popolari,
rinnovarono a bella posta alle figure il martirio di Santo Stefano e di
Santa Lucia.
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